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Internazionale’s Special Issue of Iran Released

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The Internazionale’s last issue of 2021 is, in fact, dedicated to Iran, and specifically to stories of contemporary Iranian literature.

The event, which took place in hybrid format, was attended by Mohammad Tolouei, journalist, writer and editor-in-chief of “Na Dastan” and Francesca Gnetti, journalist of the Middle East Section of the “Internazionale”.

They were joined by translator Giacomo Longhi, writers Ali Khodai, Mahsa Mohebali, Bita Malakuti, Alieh Atai, Arash Sadeghbeigi, photographer Mozhde Nourmohammadi and cartoonists Maysam Barza and Rambod Khanlari.

Giuseppe Perrone, Italian Ambassador to Tehran

The issue of the Internazionale was presented by Mohammad Tolouei, who curated the selection of Iranian stories. These stories portray a multifaceted and varied image of Iran, mostly unknown to the Italian public, through the stories of the writers connected to each other by a time span that unfolds from pre-revolutionary Iran and crosses the war with Iraq up to the present day.

The stories are all very different from each other – said Ambassador Perrone in opening the event – although they have in common the everyday life of the Iranian middle class. The writers imbue their stories with their individual experiences and growth processes, not only embracing the period in which they grew up but also their origins, like in the case of Afghan-Iranian writer Alieh Atai”.

What came out is a very truthful and authentic image of contemporary Iran for the enjoyment of the Italian public,” Ambassador Perrone concluded.

 

Source: IND

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Internazionale Special Issue of Iran

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Internazionale, renowned Italian print magazine, has just released a special issue of Iranian Stories for December 2021. In this issue you can read stories by different generations and voices of Iranian literature, including Mahsa Mohebali, Peyman Esmaeili, Ali Khodaei, Arash Sadeqbeigi, Razieh Mehdizadeh, Zoya Pirzad, and Hamed Esmaeilion, most of which are translated into Italian for the first time.This issue’s guest editor is Mohammad Tolouei.

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Le Lezioni di Papa

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Lessons by Father 

Lessons by Father is translated to Italian by Giacomo Longhi and published by Ponte33.


Le lezioni di papà

Novembre 2019
pp. 96
ISBN 978-88-96908-13-6
€ 11,00

Traduzione dal persiano di Giacomo Longhi

In questa raccolta di racconti Mohammad Tolouei compone una piccola saga attorno alla figura di suo padre, Ziya, improbabile capofamiglia che parte per il fronte dopo una lite coniugale, nasconde un passato da guerrigliero, sogna di trascinare la famiglia in Europa e tenta di approfittare del clima di incertezza seguito alla rivoluzione del ’79 per compiere il salto sociale. Un personaggio animato da un idealismo rocambolescoe da un opportunismo un po’ ingenuo che la madre di Mohammad, donna dal carattere schivo e severo, controbilancia con entrate in scena tanto dosate quanto risolutive.
“Perché mai i papà pensano che la memoria dei figli sia solo dispari, come i rami di un Lucky Bamboo? Come mai credono che i figli si debbano ricordare soltanto il lato positivo?” si chiede l’autore che, ormai trentenne e intento a costruirsi una carriera nella capitale, cerca di tenere le fila di un rapporto non proprioidilliaco ma silenziosamente permeato da un affetto incontenibile.
Sarà forse un viaggio a offrire ai due l’occasione per riconciliarsi e accettarsi l’un l’altro così come sono?

madeindenmark 1170x658 - Made in Denmark [Italian]

Made in Denmark [Italian]

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Vivevamo in una casa dove le porte erano chiuse. La porta della veranda era chiusa. La porta dello studio era chiusa. La porta a due battenti dell’ingresso era chiusa, ci avevamo messo davanti il divano americano. La porta del bagno era chiusa. La porta della cantina era chiusa. La porta del cesso in cortile era chiusa. La porta del solaio era chiusa. In primavera, autunno e inverno la porta del soggiorno era chiusa, non c’era gasolio per riscaldarlo. Rimaneva aperta solo d’estate. In soggiorno c’era un tavolo da ping pong dove io e mia madre ci sfidavamo. Per farmi arrivare al tavolo mi faceva salire su una brandina e cercava di non fare colpi troppo difficili. Mia madre aveva vinto il campionato delle studentesse iraniane e impugnava la racchetta alla cinese. Io, invece, giocavo all’europea. Vivevamo in un mondo dove le persone erano fedeli a un’ideologia anche per impugnare una racchetta. E io, fin dall’inizio, stavo con l’occidente.

I nostri stili erano agli antipodi. Mia madre tirava basso e stretto, io lungo. A me riuscivano meglio i sidespin, a mia madre i topspin. Nonostante mia madre avesse collezionato tutte quelle coppe, vincevo sempre io. Merito dello stile, il glorioso stile occidentale. Ma se mia madre giocava a ping pong seguendo i metodi asiatici, mio padre covava l’idea di trasferirci tutti quanti in Danimarca, un paese occidentale che però prevedeva agevolazioni economiche, indennità di disoccupazione e sussidi per i figli proprio come se facesse parte del blocco socialista. E per convincere mia madre a partire, ogni giorno a casa chiudeva sempre più porte…

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